La vita è una sequenza di storie: poco altro, tutto sommato. Le storie che ascoltiamo da bambini, quelle che ci si racconta crescendo, quelle attraverso cui diamo forma all’esperienza quando invecchiamo. Storie che si collegano alle origini e ai fini dell’esistere, che nell’oscillazione fra inizio e fine trovano il proprio senso, e che costituiscono forse la più fondamentale fra le caratteristiche dell’umano. Le storie non sono atti individuali: sono sempre dialogiche, non distinguono realmente fra chi ascolta e chi parla. La storia nasce necessariamente nella relazione. Nell’incontro fra individualità e prospettive differenti, affiancate e intrecciate.
La VI edizione del Rotary Festival della Cultura intende presentare quattro sguardi tanto acuti quanto diversi e distinti sulle storie, sulle loro origini e fini. Lo farà necessariamente, per parlare di storie del vivere, cambiando la sua tradizionale struttura per abbracciare la forma del dialogo: la storica in dialogo con la narratrice, a confrontare l’ordine delle fonti con quello dell’invenzione; il sociologo in dialogo con il teologo, per riflettere sul senso (primario e ultimo) della nostra storia.
È nel dialogo sul senso stesso del racconto che ci sembra ideale collocare la tappa autunnale di una storia – quella del Festival – iniziata nel 2019, cresciuta nell’emergenza pandemica e maturata nella primavera 2023 attraverso la preziosa collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo, impegnata a manifestare il suo ruolo culturale radicato nel territorio. A riconoscersi quale luogo in cui si impara, si cresce, si vive, e per farlo, (ci) si racconta.
Direttore scientifico: prof. Fabio Cleto
Progetto finanziato nell’ambito del bando di Ateneo per iniziative di Public Engagement 2023
con il contributo di
Comune di Romano di Lombardia (BG)
e la collaborazione di
Fondazione Opere Pie Riunite G.B. Rubini